LA STRUTTURA DEL CURRICULUM
COS’È UN CURRICULUM
Spesso non è ben chiaro cosa sia un curriculum, quale sia la sua utilità e come debba essere strutturato per risultare efficace nella ricerca del lavoro.
Affermazioni tipo “che ci vuole a fare un curriculum” denotano un’approssimazione e una superficialità nel considerare il valore di uno degli strumenti più utilizzati nella “comunicazione scritta” per la ricerca del lavoro.
Avere la competenza nello sviluppare un cv vuol dire fare la differenza tra i candidati, perché vuol dire aver creato un buono, ed efficace, strumento di comunicazione.
Il primo concetto essenziale da capire nel compilare un proprio cv è di non farsi condizionare dal formato ma di saperlo gestire ed elaborare tenendo presente il punto di vista delle informazioni che interessano chi lo dovrà leggere: passare da una comunicazione generica ad una mirata e specifica.
Il formato più classico che conosciamo è quello del “curriculum europeo”, ma ne esistono anche altri, magari poco conosciuti.
IL FORMATO EUROPEO
Nonostante il cv europeo dovrebbe essere identificato in un unico formato, in realtà, sotto questo nome, troviamo quasi tutti i modelli di cv europeo che si sono evoluti dal 1978 ad oggi.
L’attuale cv europeo è l’europass, la cui ultima versione è uscita nei primi mesi del 2013.
La sua forma è composta in ordine da:
1. INFORMAZIONI PERSONALI;
2. POSIZIONE PER LA QUALE SI CONCORRE, POSIZIONE RICOPERTA, OCCUPAZIONE DESIDERATA, TITOLO DI STUDIO PER LA QUALE SI CONCORRE;
3. ESPERIENZA PROFESSIONALE,
4. ISTRUZIONE E FORMAZIONE;
5. COMPETENZE PERSONALI:
a. Competenze linguistiche (in base alla griglia europea dell’autovalutazione delle competenze linguistiche)
b. Competenze comunicative;
c. Competenze organizzative e gestionali;
d. Competenze professionali;
e. Competenze informatiche;
f. Altre competenze;
g. Patente di guida.
6. ULTERIORI INFORMAZIONI:
a. Pubblicazioni
b. Presentazioni
c. Progetti
d. Conferenze
e. Seminari
f. Riconoscimenti e premi
g. Appartenenza a gruppi / associazioni
h. Referenze
7. ALLEGATI.
LA COMPILAZIONE
Come si nota, il cv europeo aiuta moltissimo anche il più sprovveduto nella compilazione, ma può anche rappresentare un contenitore all'interno del quale il candidato inesperto rischia di saltare alcuni elementi (per il semplice motivo che non sa cosa metterci) oppure di abusare di altri, solo perché “richiesti”, creando un “brodo” di informazioni non coordinate tra di loro e non mirate ad un obiettivo ben specifico.
Ad esempio il 2° punto (POSIZIONE PER LA QUALE SI CONCORRE, POSIZIONE RICOPERTA, OCCUPAZIONE DESIDERATA, TITOLO DI STUDIO PER LA QUALE SI CONCORRE), che è indispensabile per mirare il proprio cv, spesso e volentieri viene saltato.
Gli altri paragrafi, invece, vengono “rimpinzati” d’informazioni che in alcuni casi sono superflue per la candidatura o in contrasto tra loro.
Ad esempio può capitare di constatare l’incongruenza tra la dichiarazione di un corso di lingua inglese (ISTRUZIONE E FORMAZIONE) che gli attestava un livello B2, con la dichiarazione del livello C1 indicato nelle competenze linguistiche (COMPETENZE PERSONALI) che aveva conseguito con l’esame universitario.
È evidente che un candidato che presenta un tale curriculum ha compilato il formato senza ragionare sul suo contenuto: ha solo interagito con le informazioni “richieste dal formato”.
Per capire se il candidato ha strutturato il suo cv con una logica comunicativa (e non ha invece effettuato una semplice compilazione di campi) è sufficiente fare semplici domande: perché stai mettendo prima le esperienze professionali rispetto a istruzione e formazione? Cosa ti ha spinto ad inserire questa informazione prima o piuttosto di quest’altra?
Se la risposta è: “ho seguito le indicazioni del formato”, questo ci fa capire che non c’è una logica comunicativa adottata dal candidato: c'è quindi la necessità di iniziare a trasferirgli competenze su come impostare e lavorare sul proprio cv.
In conclusione il primo elemento essenziale per elaborare un cv è quello di considerarlo come strumento di marketing. Come tale, dovrà necessariamente essere formulato e gestito strategicamente dal candidato per trasferire informazioni che lo rendano “curioso e interessante”: per far questo è necessario non solo gestire il formato del cv e non farsi condizionare da esso, ma anche passare da una profonda conoscenza di se stessi, del proprio vissuto e del mercato del lavoro.